Excluded World

Excluded World 2
Excluded World No. 2
36″x24″
Oil on Canvas 1996

MY VIEW POINT

Many contemporary artists have wanted to abandon our cultural roots and have looked else where for inspiration in those different primitive cultures: Central Africa, Aborigine, Guinean, Papuan, etc. The truth is that the millennial cultures have not allowed the evolution of their People. What does this tell us about these cultures? Their paintings and sculptures show not only traditional but also, a lack of knowledge of their raw civilization. Impoverished too through their primitive functions: “Magic and Rituals” which allowed prehistoric man to take a great leap to our civilization.

 

 

 

TITO MAAN-MANGIOLA e la sua GENTE (and his People) by L. Malafarina

(review notes appear in the Italian Art Encyclopedia, Volume No. 9 1978 “STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA ITALIANA)

Tito Maan, pittore dalla forte personalita’, con alle spalle dure esperienze di vita, “intinge” il suo pennello per “incidere” “scrivere” la storia della sua gente, di un popolo che ha Saputo combattere sui monti, la sua grande battaglia per sopravvivere. E’ il drama del Sud; della Calabria che ciene evidenziato, con toni accesi, dal pittore di San Lorenzo, il quale, fin da piccolo, ha imparato che cosa vuol dire: emigrazinoe, sottoccupazione, lavoro nero, sfruttamento dei piu debboli e indifesi. Nelle sue “tele” vengono rappresentati, con felice intuit compositivo, Scene di vita agreste, bucolica, incastonate nelle gemma di paesaggi stupendi, non ancora contaminate dalla civilta’dei consume; fondovalli echeggianti di verde, fiumare dai corsi limpidi, vingneti degradanti verso il piano, boschi trapuntati di alberi secolari, corsi d’acqua che dal cuore della montagna raggiungono il mare Jonio, sulle cui rive nacque e progredi’la bimillenaria civilta’ Magnacreca. Tito e’ contro la violenza che, pultroppo ha condizionato la sua vita per lunghi anni e dalla quale si e’ distaccato con la forza della disperazione e grazie all’azione caterchica esercitat su di lui, dalla pittura, dall possibilita’ di descrivere sulle tele tutto quello che c’era nel suo cuore; la sconfinata certezza che il suo <<IO>> non poteva essere mortificato dall’isolamento, da;lla solitudine. Ha ritrovato se stesso dedicandosi alla pittura, cogliendo sul volto dei compagni di un amaro destino, gioie e dolori, speranze, ma soprattutto un grande desderio di liberta’. Ed e’ per questo che Tito MAAN si scaglia contro la violenza che fa’ gli uomini assassin, contro la legge della lupara che non risparmia neanche I bambini, contro le faide che insaguinano le nostre belle contrade, in odii vecchi o recent. Il suo, e’ un motive, un appello che viene da chi ha sofferto duramente, che ha espiato, e’ riuscito a reinserisi in una societa’ che lo aveva troppo frettolosamente condannato. La <<Galleria>> dei suoi personaggi riecheggia un particolare modo di vivere ed intendere una realta: sono contadini dai volti cotti dal sole, maffiosi dallo sguardo di ghiaccio, dementi, bambini paffutelli o scarni, figli del popolo ch giocano nella melma ai confine di una citta’ di cement armato dove tutto e’ programmato, organizzato, pianificato, memorizzato, meccanizzato. L’altra faccia della medaglia e’ la bidonville, dove si ammassa una umanita’ che soffre, che impara a rapinare, pestare, uccidere, violentare, per non essere “fagogitata” dal sistema, condizionata dal falsi perbenismi. Forse l’unico soggetto ch ha una storia propria e’ il cane, un tempo amico dell’uomo ed ora messo da parte inquanto e’ concorrente nell’osso da spolpare che viene lanciato dai <>padroni> a chi chiede giustizia, scuole, fabriche e lavoro. La sintasi del pensiero di Tito MAAN e’ nel vecchio, gigantesco, storico OLMO che si staglia maestoso sulla piazza principale dell’antico borgo dei castellani Abenavoli. Un albero che ha protetto I latitanti, ha visto le riunioni della “ndrangheta” del centro aspromontano, che ha pronunciato sentenze di morte e zaccagnate alle spalle, che ha assistito a memorabilia partite di <padrone e sotto>: “la passerella”, la legge, dov etutti I partecipanti al gioco, a volte tragic, dovevano imparare ad essere uomini, ad avere una sola parola, a non tradire gli “amici”. E l’Olmo di S. LORENZO rappresenta il passato, ma ha raccolto anche le speranze ed I sogni di uomini che vogliono, come TITO MAAN un avvenire migliore.

[EXTRACT TRANSLATION]

Tito MAAN, a painter who draws on his strong personality, carrying harsh life experience on his shoulders, dips his brush to “engrave” or “write” the story of his people, a people that have known how to fight their great battle for survival in the mountains… …it is the drama of the south: of Calabria, depicted in fiery hues by the painter from Sa. Lorenzo, who since a small child, has expressed the meaning of emigration, under employment, black-market labor, exploitation of the weakest and most defenseless members of society…
translation by Paulina Grace, Notary Public, State of Florida.